Il Sostituto Changelin

Le fate hanno un codice morale piuttosto curioso: se da un lato esiste un codice dell’onore ben preciso tra i diversi abitatori del regno delle fate (si narra di un povero e sventurato bambino troll che fu bandito per sempre dalla Terra dei Troll per aver rubato un cucchiaio d’argento a un suo simile), dall’altro una fata non avrà alcuno scrupolo ad appropriarsi del cibo, delle merci e del bestiame dei mortali. A volte, le fate approfittano dei loro poteri magici per togliere il cibo da sotto il naso di chi sta mangiando. Si narra di un Brownie che si sedette in mezzo a due fantesche ingorde e si pappò quasi tutta la ricotta rubata con cui stavano ingozzandosi.

Purtroppo, questa mania delle fate di rubare colpisce anche gli uomini, soprattutto quando si tratta di neonati, molto apprezzati per immettere sangue nuovo in questa razza che sta estinguendosi. Sono in pericolo soprattutto 1 neonati con i capelli biondi: le madri devono prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere i loro pargoli fino a quando, dopo il battesimo, non sono al sicuro. Anche le levatrici sono spesso fatte sparire per incanto nel mondo delle fate perché si occupino di una fata che sta per nascere.

Certe fate dipendono in maniera considerevole dagli uomini. Per esempio, ogni sette anni il Regno delle Fate deve pagare un tributo all’Inferno e usa prigionieri umani per il pagamento. Il modo più comune di rapire un essere umano è sottrarre un neonato lasciando al suo posto un brutto sostituto elfico. Questo sostituto può essere un vecchio elfo disgustoso o addirittura una copia scolpita nel legno, che però per un incantesimo, è identico al bambino rapito A volte può accadere che muoia e venga quindi seppellito, mentre il bambino vero è allevato nel Regno delle Fate in modo da portare il vigore del sangue umano in questa stirpe ormai indebolita. Infine può venire offerto nel tributo settennale.

Se il falso bambino non muore, può diventare rugoso e deforme, essere malaticcio e scontroso oppure avere un appetito divorante. Si può obbligare il brutto bambino sostituito a rivelare la sua natura elfica ricorrendo a vari mezzi. Uno è di sollevarlo con una pala rovente per buttarlo nel fuoco. Se è un elfo volerà su per il camino. Il metodo meno brutale e più comune è di fare degli infusi d’acqua in mezzi gusci d’uovo vuoti. Il bambino sostituito, notando l’operazione, si mette a sedere e con voce strana e vecchia dichiara, “Ho visto l’uovo prima della gallina, ho visto la ghianda prima della quercia, ma non ho mai visto prima d’ora fare un infuso in un guscio d’uovo,” rivelando così la sua veneranda età. A questo punto lo si può buttare nel fuoco da cui, ridendo e strillando, volerà su per il camino. Molto probabilmente si troverà poi il bambino vero davanti alla porta.

Anche da noi le fate cercano di sostituire i propri figli, che sono brutti, deformi e deboli, destinati a non crescere, con bambini umani, che portano via dalle culle, e allevano con ogni cura nelle loro grotte. C’è un modo di ricuperare il bambino scambiato: bisogna impadronirsi del figlio della fata e frustarlo senza pietà. Allora la fata, sentendo le grida della sua creatura, libera il suo piccolo prigioniero e si riprende l’orrendo rampollo. Gli orchetti sono i figli delle fate: talvolta sono deformi e deboli, talaltra invece sono aggressivi e feroci, entrano nelle case e rubano tutto quello che trovano. È possibile liberarsene definitivamente facendo loro trovare del pane con semi di finocchio, che è per loro un potente veleno. Per questo il finocchio (che protegge anche dalle streghe) è detto ‘erbabuona’. Di quando in quando è capitato che uno dei piccoli esseri sia stato catturato dagli uomini.

Purtroppo si tratta sempre dei più vulnerabili e innocui della loro razza e quasi sempre, in prigionia, languiscono e muoiono se non riescono a fuggire. L’esempio più famoso è forse nel racconto sui Bambini Verdi di Ralph di Coggeshall, che Thomas Keightley ha tradotto in inglese nel suo volume Mitologia fantastica. I fatti avvennero nel Suffolk.

Un bambino e sua sorella furono trovati dagli abitanti del luogo vicino alla bocca di un pozzo. La forma dei loro arti era simile a quella umana, ma la loro carnagione era diversa da quella di qualsiasi popolo del mondo: infatti la loro pelle era tutta colorata di verde. Nessuno era in grado di capirne il linguaggio. Quando furono portati come curiosità nella casa di un certo cavaliere, Sir Richard de Calne, a Wikes, piansero amaramente. Vennero offerti loro pane e altre vivande: non li toccarono, sebbene, come in seguito confessò la ragazza, fossero tormentati dalla fame. Più tardi furono portati in casa dei fagioli appena tagliati, ancora con i gambi, e i bambini con cenni avidi se li fecero dare. Quando li ebbero dinnanzi, aprirono i gambi invece dei baccelli, pensando che i fagioli fossero nella loro cavità, e non trovandoli incominciarono di nuovo a piangere.

Quando i presenti videro la scena, aprirono i baccelli e mostrarono loro i fagioli spogli. Se ne cibarono con gran gioia e per molto tempo non toccarono altro cibo. Il ragazzo, tuttavia, era sempre debole e depresso e mori poco tempo dopo. La bambina continuò a godere di ottima salute; abituandosi a vari tipi di cibo, perse completamente il colore verde e gradualmente acquistò una bella carnagione in tutto il corpo. In seguito fu rigenerata con il lavacro del santo battesimo e visse molti anni al servizio del cavaliere (come ho spesso sentito dire da lui e dalla sua famiglia) conducendo un’esistenza alquanto dissoluta. Quando, ed era spesso, le chiedevano di parlare della gente del suo paese, affermava che gli abitanti, e tutto quello che possedevano, erano verdi e non vedevano il sole, ma dovevano accontentarsi di un’intensità di luce simile al crepuscolo. Quando le chiedevano come fosse arrivata nel loro paese con suo fratello, rispondeva che, mentre stavano seguendo le greggi, erano giunti in una caverna. Entrati, avevano sentito un delizioso suono di campane; rapiti dalla sua dolcezza avevano errato a lungo per la grotta, finché erano arrivati alla sua imboccatura. Una volta fuori, avevano perso i sensi per la troppa luce ed erano rimasti a giacere così per parecchio tempo. Terrorizzati dal rumore di chi li aveva scovati, avevano cercato di fuggire, ma non erano riusciti a trovare l’ingresso della grotta prima di essere catturati.

 folletti campagnoli del folklore celtico sono creature dispettose, a volte cattive o comunque dal comportamento bizzarro. I Servan (silvanotti) delle valli piemontesi (imparentati con il Servant francese e il Sarvanot occitano)  ogni tanto rapivano un neonato umano per sostituirlo con un mutaforma, un folletto anziano sotto un incantesimo temporaneo, ben felice di essere accudito da una madre mortale.

Quando la donna si accorgeva che quello non era più il suo bambino, doveva maltrattarlo e lasciarlo piangere senza più nutrirlo. Era la sua sola speranza che le fate ritornassero a riprenderselo.
Chiamato nel dialetto piemontese “‘l baratà”, (il barattato, lo scambiato, in francese si dicono enfants changés) il changeling conservava una dote dal suo soggiorno con le fate, in genere il potere della divinazione[1] o l’attitudine per la musica.

Ci sono aspetti demoniaci e vampireschi in queste credenze, folletti morenti abbandonati o bambini fatati che avevano bisogno del nutrimento di una madre mortale per crescere, e che poi venivano riscambiati. Tra le leggende scozzesi anche patti diabolici e tributi di sangue ogni sette anni (vedasi la ballata di Tam Lin).

I più a rischio di rapimenti fatati erano i bambini non battezzati (e lasciati senza nome), i cui genitori erano soggetti d’invidia per la loro prosperità; tra le contromisure c’erano le pinze del fuoco lasciate accanto alla culla o dei mazzetti di erbe protettive.

Il bambino abbandonato

Nelle Fiabe e le ballate popolari più oscure sono ricorrenti i racconti d’infanticidio -bambini bruciati o annegati- o di abbandono dei bambini nel bosco, vedasi ad esempio la ballata scozzese “Cruel Mother
Una pratica di “controllo delle nascite” diffusa nelle campagne d’Europa, era l’abbandono dei neonati  nel bosco (senza cibo e al freddo) affinchè se ne prendessero cura le fate; la pratica era diffusa un tempo sia nei confronti degli illegittimi, che dei neonati con evidenti deformazioni fisiche o dall’aspetto malato.

L’usanza di “esporre” il neonato era connessa con la convinzione che  fosse stato “scambiato” ovvero rapito dalle fate e sostituito con un changeling, un mutaforma il quale per un po’ assomiglia al bambino umano, ma alla fine riprende sempre il suo vero aspetto.
La madre o il padre sfortunati lasciavano il neonato nel bosco o nei pressi di una pozza d’acqua o di una pietra antica di modo che il changeling se ne ritornasse nel suo regno e il vero bambino fosse restituito ai suoi legittimi genitori; il giorno dopo riandavano a prenderlo e lo trovavano morto o scomparso perchè divorato da qualche animale selvatico. Così si consolavano pensando che il loro “vero” bambino sarebbe vissuto felice nel mondo delle fate.

Con il rapimento fatato di un bambino si cercava di razionalizzare il dolore per una morte sconvolgente, che coglie la vita ancora in boccio. In maniera da trovare consolazione nel pensare che le fate avessero sottratto quella giovane vita a un triste destino. Per la semplice ragione che, secondo l’antica religione, solo chi è caro agli dei muore giovane! (si veda Stolen Child)

Guscio d’uovo in pentola

C’erano anche altri metodi meno cruenti per smascherare il changeling, come quello di mettere a bollire dei gusci d’uova![3] Le uova infatti contengono il principio della vita e per “magia simpatica” il loro guscio poteva compiere una rinascita. Nei racconti popolari si suggerisce alla mamma di gettare nell’acqua bollente dei gusci d’uovo e di rimestare nella pentola, facendo spandere i vapori per la cucina, una sorta di “controfattura” che avrebbe costretto il mutaforma a svelare il suo vero aspetto.

Musicisti dotati

Ovviamente non sempre i changelings venivano esposti, anche se si riteneva che portassero solo disgrazie alla famiglia, talvolta mostravano delle doti particolari ed erano accettati e amati dai loro genitori nonostante la difficoltà.
Tra le loro doti c’era la predisposizione per la musica. Come inizia a crescere, il Changeling richiede ai genitori “adottivi” uno strumento, spesso un violino, e lo suona con tale abilità, che chiunque si fermi ad ascoltarlo, non può non rimanere affascinato.

Ho visto un Changeling una volta. Viveva con due vecchi fratelli, poco distante da Dog’s Well, e aveva l’aspetto di una scimmia avvizzita. Aveva circa dieci o undici anni, ma non riusciva a camminare davvero, solo ciondolare. Sapeva però suonare il flauto talmente bene che nessuno era capace di uguagliarlo. Conosceva antiche melodie, talmente vecchie che il popolo le aveva dimenticate da tanto tempo. Un giorno poi, se ne è andato, non so nulla di quello che gli è capitato…” (da un villaggio vicino a Boho, nella contea di Fermanagh)

Changeling child (Heater Dale & Ben Deschamps)

Si racconta di una donna che non riesce ad avere figli nonostante 12 anni di matrimonio, così chiede aiuto alla regina delle fate presso il cerchio delle pietre. Ma le fate sono creature strane e bisogna fare molta attenzione a chiedere ciò che si desidera, la donna voleva disperatamente un bambino e un bambino fu proprio ciò che ottenne!

Così gli anni passano ma non per il figlio che resta sempre bambino, la donna continuerà a cullare il bambino avuto dalle fate anche dopo che sarà morta!

It tells of a woman who cannot have children despite 12 years of marriage, so she asks for help to the queen of the fairies at the stone circle. But fairies are strange creatures and you have to be very careful to ask for what you desire, the woman desperately wanted a child and a child was just what she got!

So the years passed by but not for the child, the woman will continue to rock the child she had from fairies even after she is dead!

I
The wind blows low and mournful
Through the Strath of Dalnacreich
Where once there lived a woman
Who would a mother be
For twelve long years a good man’s wife
But ne’er the cradle filled
A mother of a changeling child
from ‘neath the fairy hill
II
She traveled to the standing stones
And crossed into the green
Where all the host of elven folk
Were dancing there unseen
Through the night she bargained
With the Queen of fairies all
Who sent her home at dawning
with a babe beneath her shawl
III
How their home was joyful
With a son to call their own
But soon they saw the years that passed
Would never make him grow
The fairies would not answer her
The stones were dark and slept
A babe was all she asked for,
and their promises they’d kept
IV
The wind blows low and mournful
Through the Strath of Dalnacreich
Where once there lived a woman
Who would a mother be
For fifty years she rocked that babe
It’s said she rocks him still
A mother of a changeling child
from ‘neath the fairy hill

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Il vento soffia cupo e lamentoso
nella valle di Dalnacreich
dove un tempo viveva una donna
che voleva essere una madre
per dodici lunghi anni moglie di un brav’uomo,
ma mai la culla fu occupata.
La madre di un bambino scambiato
dentro la collina delle fate
II
Si recò al cerchio delle pietre,
attraverso il bosco,
dove tutte le creature del popolo fatato,
danzavano non viste.
Per tutta la notte contrattò
con la Regina di tutte le fate
che la mandò a casa all’alba
con un bambino sotto lo scialle
III
Oh come vissero felici
con un figlio che potevano dire proprio!
Presto però videro gli anni trascorrere
eppure non lo facevano mai crescere.
Le fate non le rispondevano,
le pietre erano sorde e dormienti,
un bambino era tutto ciò che chiedeva,
e loro mantennero le promesse!
IV
Il vento soffia cupo e lamentoso
nella valle di Dalnacreich
dove un tempo viveva una donna
che voleva essere una madre.
Per cinquant’anni cullò quel bambino
si dice che ancora lo culli,
la madre di un bambino scambiato
dentro la collina delle fate

Magic Dance da The Labyrinth

I goblin sono creature del folklore, rintracciabili con nomi diversi nelle tradizioni di ogni paese europeo: degli omuncoli che rapiscono i bambini e sostituiscono i lattanti in culla con membri della loro razza. Rappresentano il cambiamento inquietante del bambino piccolo e bello che cresce e smette di appartenere alla madre, diventando autonomo, portando problemi… I goblin sono come post-adolescenti un po’ punkabbestia, senza alcuna intenzione di crescere, il cui unico scopo è quello di divertirsi e spaccare tutto. Hanno bisogno di un leader carismatico, e questo leader è il loro Re, Jareth. [5]

You remind me of the baby
What baby? the baby with the power
What power? power of voodoo
Who do? you do
Do what? remind me of the baby

I saw my baby,
crying hard as babe could cry
What could I do?
My baby’s love had gone
And left my baby blue
Nobody knew

What kind of magic spell to use?
Slime and snails
Or puppy dogs’ tails
Thunder or lightning
Then baby said
Dance, magic dance
Put that baby spell on me
Jump, magic jump
Put that magic jump on me
Slap that baby, make him free


I saw my baby,
trying hard as babe could try
What could I do?
My baby’s fun had gone
And left my baby blue
Nobody knew
NOTE
(1) è la protagonista di Labyrinth, l’adolescente Sarah
(2) E’ l’inizio della fiaba il fratellino piccolo che piange spaventato dal temporale- Sarah lo odia perchè è fastidioso e gli racconta una fiaba cattiva “Il re dei Goblin si era innamorato della ragazza e le aveva dato certi poteri.” Sono le parole magiche, con queste può evocare i goblin perchè rapiscano il bambino.
(3) è Toby il fratellino rapito dai goblin

“Tu mi ricordi della bambina (1).
“Quale bambina?” “La bambina con il potere (2).”
“Che potere? ” “Il potere del vudù.”
“E chi lo fa?” “Lo fai tu!”
“Fare cosa?!” “Ricordarmi della bambina.”

Ho visto la mia bimba
piangere forte, come solo una bambina può fare.
Che potevo fare?
L’amore della mia bimba se n’è andato,
e la mia bambina ora è triste.
ma nessuno lo sapeva

“Che tipo di incantesimo magico devo usare? “
“Melma e lumache?”
“Oppure code di cagnolino? “
“Tuoni o lampi?”
“Poi il bambino (3) ha detto”: “… ..”
Danza, magica danza
Fai con me l’incantesimo del bambino
Salto, salto magico
Fai con me quel salto magico
sculaccia la bimba, liberala


Ho visto la mia bimba
ostinarsi come solo una bambina può fare
Che potevo fare?
Il divertimento della mia bimba non c’è più
e la mia bambina ora è triste.
ma nessuno lo sapeva

Continua in Stolen Child

TESTO TRATTO DA TERRE CELTICHE e da “FATE” Alan Lee, Brian Froud; 1977 Rizzoli
Per saperne di più

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