« Questi si affidano ai numi immortali:
non piantano alberi,
non arano campi; ma tutto dal suolo
per loro vien su inseminato e inarato,
orzo e frumento e viti che portano vino
nei grappoli grossi, che a loro matura
la pioggia celeste di Zeus»
(Odissea, IX, 107-111)
Gigante è una persona alta 160 cm più della media di una comunità. Alla straordinaria statura si uniscono generalmente a una forza eccezionale e, quasi sempre, fattezze che incutono timore. Il gigante è dunque stato considerato un diverso. Al principio gli uomini normali, colpiti dalle proporzioni smisurate, fronteggiarono questa stirpe o con la paura o con la venerazione. Col passare del tempo, conoscendola meglio, presero invece confidenza, provarono a combatterla e a sconfiggerla; alla fine la relegarono tra gli scherzi della natura. Oggi questa specie è una specie in estinzione tanto rara da consentire il dubbio che non sia mai veramente esistita. A guardar bene ci si dice si possono trovare tracce dappertutto sagome di montagne scogli marini, antri, cavità del terreno, grosse costruzioni in pietra, ecc. Ci sono inoltre le testimonianze nell’arte e nella letteratura: alcuni nomi famosi, nella storia, sono: Polifemo o Pechos Bill, altro famosissimo è sicuramente Gulliver, molti altri ancora popolano leggende del folklore di tutto il mondo. Oggi i pochi superstiti lasciano impronte impressionanti sulle nevi dell’Himalaya.
I Giganti ricercano la compagnia e la cordialità dei comuni mortali, di cui tanto amerebbero eguagliare la destrezza nei giochi, la raffinatezza del cibo, la fortuna in amore. La poderosa statura e una certa mostruosità dell’aspetto accuratamente testimoniate non devono comunque ingannare.
I giganti erano caratterizzati da altre particolarità fisiche, piuttosto utili. Le braccia erano sproporzionatamente lunghe, e sovente arrivavano fin sotto le ginocchia. Ciò non solo giovava all’equilibrio, ma rendeva i giganti capaci di toccare gli oggetti nascosti dal loro ventre prominente. La parte superiore del corpo era di solito densamente coperta di peli che agevolavano la sopravvivenza tra la nebbia umida delle terre del Nord. Anche i giganti del sud tendevano ad essere pelosi perché la peluria proteggeva dal sole bruciante e impediva la perdita eccessiva di umidità corporea. Alcuni giganti scandinavi in zone climatiche particolarmente inclementi coltivavano tra i peli del corpo cespugli, alberi, per camuffarsi e per ulteriore protezione.
Quasi tutte le mitologie raccontano che i giganti furono le prime creature viventi a comparire sulla terra, precedendo addirittura gli Dei che erano loro nemici giurati. Questa ostilità nasceva dalla paura degli Dei che i giganti minacciassero la loro autorità. Certamente i giganti invidiavano la potenza delle divinità e si diedero molto da fare per eroderla, ma, curiosamente, le due razze fraternizzarono, sovente si narra che parecchi Dei siano stati figli di unioni miste non di meno tra i giganti e la loro progenie da una parte, e le varie divinità dall’altre. L’uomo spettatore sbigottito vedeva, nell’eterno timore che è uno scoppio di ostilità decisivo e generale conducesse distruzione dell’universo intero.
Probabilmente molte vallate e gole, se non quasi tutte, che si trovano le più montagnose regioni del mondo possono essere in gran parte attribuite al peso con dei giganti che vagavano quando la crosta della terra era ancora soffice.
Si crede che le lacrime dei giganti riempirono alcune gole e formarono fiumi e torrenti. In altre testimonianze si racconta che i Giganti potessero viaggiare solamente nel buio perché un solo raggio di sole li avrebbe trasformati in pietra. Molti di essi erano sensibili alla luce del sole nacque probabilmente in conseguenza dell’emigrazione dei giganti settentrionali verso altri luoghi della terra.
GIGANTI NELLA STORIA Eccellenti forgiatori, muratori, pastori e guerrieri, erano considerati tecnici straordinari, che si riunivano in confraternite segrete ed erano seduti all’iniziazione dei giovani. Si diceva che la loro capacità e la loro intelligenza fossero dovute al fatto di possedere un occhio straordinario o situato in una posizione eccezionale, l’occhio della veggenza e del sapere.
I GIGANTI GRECI Nella mitologia greca, i γίγαντες erano esseri immortali come le divinità, e come ricorda Esiodo erano i figli di Urano e Gea. Queste creature diedero vita a una guerra con gli dei dell’Olimpo, la Gigantomachia (Γιγαντομαχία), che ebbe termine grazie all’intervento di Ercole. Secondo i greci, alcuni giganti (per esempio Encelado) erano sepolti da allora nelle profondità della terra; i terremoti erano interpretati come sussulti di queste creature sepolte. Altre creature gigantesche della mitologia greca, i ciclopi (Κύκλωπες), gli ecatonchiri (Ἑκατόγχειρες) i titani, sono però distinte dai gigantes.
I GIGANTI NORRENI Nelle mitologie germaniche – e in particolare in quella norrena, sulla quale si hanno maggiori informazioni – i giganti (jötnar in antico norvegese) sono fra le figure predominanti, a partire dalla stessa cosmogonia. I giganti infatti esistono da prima del mondo, che ebbe origine proprio dal corpo di un gigante, Ymir, spesso messo in relazione con Yama della mitologia indiana. Come in altre mitologie indoeuropee, i giganti della mitologia norrena rappresentano il caos ancestrale che minaccia in continuazione il mondo razionale e ordinato degli Dei (con i quali tuttavia sono imparentati in modi complessi). Molti dei mostri più terribili che abitano la terra sono giganti o progenie di giganti. La tradizione mitologica norrena prevede che nell’ora del Ragnarǫk, il “crepuscolo degli Dei” che porrà fine al mondo, i giganti attaccheranno la divina città di Ásgarðr.
I GIGANTI NEL FOLKLORE
In molte zone d’Europa la tradizione popolare fa riferimento a giganti di varia natura, in molti casi per spiegare fenomeni naturali (come il terremoto) oppure le grandi costruzioni di civiltà antiche. Saxo Grammaticus, per esempio, cita i giganti per dar conto dei grandi monumenti che oggi sappiamo essere dovuti all’Impero Romano. Analogamente, nella mitologia basca i giganti vengono chiamati in causa per spiegare lo spostamento dei dolmen e i menhir.
Più strettamente legate alla mitologia sono le numerose tradizioni (diffuse specialmente nel Galles e in Irlanda) sul combattimento di eroi con i giganti.
Queste creature appaiono anche nella letteratura bretone, dove a loro si dà a loro la paternità della creazione di Stonehenge e nei romanzi arturiani; da qui sono giunti fino alle opere di Luigi Pulci, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso ed Edmund Spenser.
Moltissime sono anche le fiabe che trattano di giganti, dalla celebre Jack e la pianta di fagioli alla fiaba di Oscar Wilde Il gigante egoista o nel Nocevento famoso è il GGG (Grande Gigante Gentile), uno dei personaggi più amati delle fiabe di Roald Dahl.
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