Cernunno Signore degli Animali

Fin dal IV secolo a.C.,  Cernunno compare nei disegni rupestri della Valle Camonica. L’autorità di Cernunno è evidenziata dalle sue grandi corna ramificate che ne rappresentano il rango del signore degli animali delle foreste europee. Attraverso i secoli i suoi simboli le corna di un grande cervo i gioielli celtici chiamati torque e il serpente delle corna di ariete non hanno perso la loro importanza.

Ritratto sulle pareti delle caverne dei celti dell’età del ferro appare in piedi avvolto da una lunga veste dotato di grande corna ramificate le braccia ornate da torque e con un serpente cornuto al fianco. Sul bacile di Gunderstrump, l’effigie di Cernusco è estremamente regale: siede a terra, le gambe incrociate come un cacciatore, e tiene un torque in mano è un serpente cornuto vicino al volto dell’altra.

È circondato da un toro, un mastino, un cinghiale e altri animali magici. Un cervo con corna identiche alle sue è fermo accanto a lui, simile a un riflesso animale della sua immagine. Estendendo la sua sovranità fino a includere alcune immagini solitamente associate alle Dea madre, le statue di Cernunno del periodo romano-celtico lo ritraggono con ricche cornucopie, intento a nutrire gli animali e a offrire grano o monete che prenda da una borsa.

Come la dea madre, il cui culto è molto comune in questo periodo, Cernunno  estende la sua protezione e l’abbondanza dei raccolti nonché alla salute al benessere sia degli animali sia degli uomini.
La sua immagine più conosciuta proviene dalla versione di Lady Charlotte Guest di “La Signora della Sorgente”, parte della sua traduzione del Mabinogion. Cernunno è descritto come il potente signore degli animali:

Dormi qui, stanotte, alzati presto al mattino, e prendi  la strada che risale la valle fino a quando…  raggiungerai  una grande radura riparata con una piccola collina al suo centro. Là vedrai un uomo nero di grande statura in cima alla collina. È più grande di due uomini di questo mondo. Ha un solo piede e un unico occhio al centro della fronte. Impugna una mazza di ferro… E non è un uomo gentile, ma, al contrario, ha un temperamento brutale. Egli è il guardiano di quel bosco. E vedrai  mille animali selvaggi aggirarsi attorno a lui. Il mattino seguente mi alzai attraversai la valle fino a quel bosco… Là fui tre volte più sorpreso dal grande numero di animali selvaggi… Là era l’uomo… seduto in cima alla collina. Enorme di statura, come l’uomo mi aveva raccontato. Allora gli chiesi quale potere avesse sugli animali. Ed egli prese in mano la sua mazza e la uso per colpire un cervo con tale forza che l’animale gridò, e al suo grido gli altri animali si radunarono, numerosi come le stelle nel cielo, così che mi fu difficile trovare spazio nella radura in mezzo a loro. Vi erano serpenti, dragoni e altri animali e l’uomo nero li guardo e ordinò loro di andare a nutrirsi e gli animali chinarono il capo rendendogli omaggio come fanno i vassalli con il loro signore.

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